
Negli ultimi tempi si è affermata una certa tendenza, forse già attiva da anni, collegata ad una corrente di pensiero che sostiene che il nostro destino è già scritto e che non possiamo fare nulla per cambiarlo.
Anche questa nuova produzione videoludica sembra volersi inserire in questo filone, vediamo come.
Broken Age è un’avventura grafica con una trama “doppia”, da una parte abbiamo la storia di Vella, ragazza che vive in un villaggio immaginario, ormai pronta per affrontare il Banchetto della Fsnciulla, rituale che prevede il sacrificio di alcune giovane ragazze ad un feroce mostro, chiamato Mog Chothra, ritenuto una sorta di protettore del villaggio.
A milioni di chilometri di distanza, almeno in appartenza, troviamo, invece Shay, ragazzino che crede di viaggiare in una nave spaziale, alla ricerca di una vita migliore e di una vera avventura.
Le due storie, apparentemente divise, finiranno per intrecciarsi in modo inatteso.
Broken Age è un’avventura grafica con un aspetto tecnico, soprattutto visivo, un po’ troppo “giocattoloso e colorato, tipico di alcuni programmi televisivi per bambini, questo potrebbe far apparire il titolo molto più banale di ciò che in realtà è.
Questo discorso vale tanto per l’ambientazione, forse eccessivamente semplificata e colorata, quanto per i modelli tridimensionali dei personaggi, simili, in un certo senso, ad alcuni pupazzi o burattini, aspetto che, come già detto, potrebbe far sembrare il titolo eccessivamente infantile
Gli enigmi di questa avventura grafica son quasi tutti semplici e originali, almeno fino a quando non si arriva a metà, il titolo, infatti, risulta diviso in due atti, forse per facilitarne la distribuzione.
All’inizio del secondo atto possiamo riscontrare la presenza di un enigma che viene ripetuto circa tre-quattro volte nel corso dell’avventura, il che, secondo me, denota una certa mancanza d’idee da parte degli sviluppatori e una ceta volontà di “allungare il brodo”, cosa che si sarebbe potuta fare anche senza l’ausilio di enigmi monotoni e ripetitivi.
L’interfaccia del titolo è quella classica di ogni punta e clicca in terza persona, con movimento che avviene attraverso l’utilizzo del tasto sinistro del mouse.
L’inventario è situato nella fascia inferiore dello schermo e consente le classiche azioni: usare, prendere ed esaminare, che vengono effettuate con la pressione del tasto destro, per quanto l’utilizzo e la combinazione degli oggetti con gli elementi dello scenario.
All’interno dell’area dell’inventario è, inoltre, pssibile passare da un personaggio all’altro ed attivare il menù principale, con le opzioni di gioco.
Il sonoro del titolo è abbastanza buono, con un comparto tecnico che, anche in questo caso, si mostra abbastanza all’altezza di eventuali aspettative. Per quanto riguarda il doppiaggio, inoltre, sono presenti alcune voci dell’ambiente cinematografico o televisivo , come Elijah Wood o Jack Black, vosi, queste, note, principalmente, in ambito cinematografico o, ma nel caso di Wood, anche con una piccola esperienza in ambito televisivo.
Un buon titolo, con una trama molto profonda dalla implicazioni sicuramente interessanti, rovinato, però, dalla ripetitività di alcuni enigmi.
Vale, comunque la pena concedergli un0opportunità!